ETF, ETC, ETN: cosa sono, differenze ed esempi

Le sigle sono simili, le differenze sono notevoli. Parliamo naturalmente di ETF, ETC e ETN, tre acronimi piuttosto diffusi in ambito finanziario e particolarmente oscuri per buona parte dei neofiti degli investimenti e del trading.

In questa guida cercheremo di condividere insieme a tutti i nostri lettori quali siano le loro definizioni e quali le differenze, che ci permetteranno di comprendere in modo pratico e semplice come funzionano e come ottenere il meglio da essi.

ETF, ETC e ETN: tre parenti stretti, ma non troppo

Prima di comprendere quali siano le differenze tra ETF, ETC e ETN, giova iniziare con il tracciare un filo di collegamento tra tali strumenti, facenti parte della stessa categoria degli ETP, Exchange Traded Products.

Con il termine ETP si indica infatti una categoria di prodotti finanziari che cercano di replicare la prestazione di una serie di asset come, appunto, fanno sia gli ETF che gli ETN e gli ETC. Ciò premesso, i tre strumenti hanno qualche caratteristica in comune come:

  • sono negoziati in Borsa, come le azioni sul mercato regolamentato;
  • hanno una gestione passiva, perché si limitano a replicare la prestazione dell’indice a cui fanno riferimento (contrariamente, ad esempio, ai fondi comuni di investimento, la cui gestione attiva cerca di superare la prestazione del benchmark);
  • non prevedono commissioni di performance, considerato che – come abbiamo già chiarito qualche riga fa – non ci sono prestazioni supplettive alla semplice replica dell’indice a cui si riferiscono.

I tratti in comune sono però finiti qui. Esaminiamo allora in cosa consistano le differenze.

Credit: Jason Briscoe – Unsplash.com

ETF – Exchange Traded Fund

Delle tre tipologie di fondo, gli ETF sono sicuramente i più noti: si tratta di strumenti finanziari che hanno come unico obiettivo quello di replicare un benchmark a cui si riferiscono attraverso una gestione passiva. Il benchmark, a sua volta, può essere qualsiasi asset finanziario, come indici obbligazionari, indici azionari, e così via.

I dividendi che si ottengono attraverso l’investimento in ETF possono essere distribuiti periodicamente agli investitori o accumulati all’interno dell’ETF stesso.

A sua volta, a seconda del modo in cui replicano l’indice, gli ETF possono essere:

  • ETF a replica fissa: il gestore dello strumento finanziario acquista le posizioni dell’indice che il fondo negoziato in borsa vuole replicare, come azioni, obbligazioni, ecc.;
  • ETF a replica sintetica: il gestore dello strumento finanziario non acquista le posizioni dell’indice che vuole replicare, bensì stipula un contratto di swap con un istituto finanziario, che a sua volta si impegna a pagare il rendimento ottenuto dall’indice in cambio di una commissione. La replica sintetica è in grado di eliminare il tracking error che spesso può alimentare dei margini di differenza tra l’indice replicato e il valore dell’ETF, ma di contro espone l’istituto a un rischio di credito.

ETN – Exchange Traded Notes

Di diverso aspetto sono gli ETN, strumenti finanziari che come gli ETF replicano la prestazione di sottostanti o indici (diversi dalle materie prime). Tuttavia, a differenza degli ETF, che sono considerati a tutti gli effetti dei fondi, gli ETN sono titoli senza scadenza, emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto nel sottostante o in contratti derivati sullo stesso.

Considerato che gli ETN non sono fondi, ma titoli a debito, ne deriva che i loro sottoscrittori sono creditori della società emittente e, come tali, sono esposti in maniera diretta a un maggiore rischio in caso di fallimento dello stesso. Una differenza notevole con gli ETF, che invece hanno una proprietà diretta di un paniere di titoli sottostanti e in cui l’eventuale fallimento di uno degli emittenti dei titoli sottostanti di norma non determina gravi ripercussioni sulle prestazioni dell’indice, se ben diversificato.

Per le loro caratteristiche di norma gli ETN sono consigliati principalmente per gli investimenti di brevissimo termine.

La principale differenza tra questo prodotto e un ETF è dunque he mentre il portafoglio di un ETF è composto dagli elementi che compongono l’indice, quello degli ETN è un mix di obbligazioni e opzioni che cercano di replicare il sottostante in tempo reale, con un meccanismo più complesso.

ETC – Exchange Traded Commodities

Si arriva così al terzo protagonista del nostro odierno approfondimento. Gli ETC, o Exchange Traded Commodities. In sintesi, si tratta di un ETN che replica un indice di materie prime o una sola materia prima, uno strumento finanziario il cui valore si lega a quello di commodity come oro, petrolio, gas, zucchero, ecc.  Con questo meccanismo di diretta connessione con il loro benchmark, gli ETC hanno un valore costantemente allineato alla prestazione della materia prima di riferimento, seguendola così passo dopo passo.

L’investitore che sceglie di investire in ETC può dunque prendere posizione su un paniere di materie prime o su una sola commodity, o ancora su indici si commodities o indici forward: all’investitore è dunque riconosciuta la possibilità di soddisfare le proprie preferenze finanziarie in maniera versatile, trovando sempre uno strumento che possa adempiere alle esigenze di impiego.

Così come avviene per gli ETF, infine, anche gli ETC possono essere a replica fisica o sintetica, a seconda del fatto che acquistino direttamente e fisicamente la merce (senza rischio di credito) o stipulino degli strumenti finanziari derivati per ottenere un’esposizione alle materie prime (con rischio di credito).

La differenza principale tra gli ETF e gli ETC è dunque che i primi sono fondi negoziati in Borsa, mentre i secondi sono cartolarizzazioni e, come tali, titoli di debito che possono essere interessati dal rischio di credito e di controparte. Insomma, sono un po’ più rischiosi degli ETF, a parità di altre caratteristiche.